La legge regionale toscana in dirittura d’arrivo
La legge regionale per la Toscana è in dirittura d’arrivo.
Quali sono ancora gli ostacoli che si trova davanti ? E quali le strategie per superarli?
Queste le domande poste da Mariangela Rumine, coordinatrice del Centro Lavoro Sereno, al Consigliere della Regione Toscana Tommaso Fattori ed ecco qui le risposte.
“Ogni legge ha naturalmente le sue difficoltà.
Potrà apparire paradossale ma la prima difficoltà è che si tratta di una legge di iniziativa consiliare e non di Giunta.
Paradossale perché tutti a scuola studiamo che abbiamo delle assemblee elettive che sono gli organi legislativi. Poi ci sono gli organi esecutivi che governano.
Ora, come sappiamo, non è più così, da lungo tempo, sia a livello nazionale che regionale.
Oggi la maggior parte della produzione legislativa viene fatta dagli esecutivi.
Il governo nazionale fa la maggior parte delle leggi che poi il Parlamento modifica, in parte o meno.
A livello regionale avviene stessa cosa.
Può apparire una questione tecnica ma riguarda il cuore della democrazia.
Io credo sia un problema serio.
Da lungo tempo si ha una produzione legislativa che è fatta da chi dovrebbe governare e non fare le leggi e, viceversa, chi dovrebbe fare le leggi emenda chi dovrebbe governare.
Questione di risorse e di scelta delle priorità
Perché ciò avviene? Perché gli esecutivi hanno in mano i cordoni della borsa.
Gli esecutivi definiscono le risorse da attribuire e le priorità rispetto alle risorse che, lo sappiamo, sono generalmente scarse.
Nel nostro caso, la vera difficoltà è trovare le esigue risorse che comunque riteniamo necessarie per finanziare la legge.
Dico esigue perché sono 180.000 euro su un bilancio della Regione Toscana che è di quasi 10 miliardi di euro di cui la gran parte riguarda proprio l’area sanitaria.
Quindi nel complesso del bilancio regionale si tratta davvero di risorse esigue.
Tuttavia molte risorse sono già vincolate perché riguardano spese non comprimibili (dagli stipendi in là… non entro sulla questione delle politiche di austerità che vengono fatte pesare sugli enti locali e sulle regioni).
Fatto è che riteniamo che questa cifra sia veramente il minimo.
La difficoltà maggiore è quella di individuare, anche con la Giunta e all’interno della discussione consigliare, i fondi necessari.
Ma perché dico che questo è fondamentale?
Perché il punto centrale della norma è quello che riguarda i Punti di Ascolto Territoriali che per poter funzionare al meglio e potersi moltiplicare nelle diverse aree del territorio, devono avere una base di risorse che li supportino.
Nelle diverse aree del territorio occorre che vi siano questi luoghi perché sono i Punti di Ascolto Territoriali che devono fare la prima accoglienza e il primo ascolto, indicare i possibili percorsi per la prevenzione , per trattare i disturbi e risolvere le condizioni di disadattamento sul lavoro.
E sono sempre i Punti di ascolto Territoriali che indirizzano ai centri di riferimento regionali per la presa in carico.
Quindi la maggior parte del finanziamento serve per questo.
In realtà servirebbe anche per i tre Centri clinici di riferimento ma si può continuare a lavorare con le strutture esistenti e con il personale esistente.
Io lo dico con dolore, perché c’è un problema serio che riguarda il personale del servizio sanitario che è già insufficiente e andrebbe comunque aumentato.
In generale è tempo per la pubblica amministrazione di tornare a investire e di sbloccare una situazione tragica delle assunzioni determinata dal blocco del turn over.
Tuttavia, riteniamo che sia possibile, per i 3 Centri Clinici di riferimento previsti dalla proposta di legge regionale, utilizzare le strutture esistenti.
Mentre, per ciò che riguarda la parte più originale e innovativa della legge, quella che mette in collegamento i Punti di Ascolto Territoriali, costituite dalle associazioni del privato sociale, con la dimensione istituzionale, è chiaro che servono dei finanziamenti.
In sintesi questa è la difficoltà principale:
il Consiglio non ha direttamente in mano il controllo della destinazione dei fondi e, quindi, c’è da fare un lavoro con l’Assessorato alla Salute e con l’Assessorato al Bilancio per convincerli della necessità di trovare questi 180 mila euro, stabili, come finanziamento annuo.
Tempi previsti per l’approvazione
Chiudo con una nota di responsabilizzazione per tutti noi.
E’ evidente che la sollecitazione da parte delle associazioni e dei singoli responsabili che sono in questa sala a e questo tavolo è un’operazione utile.
Far capire che ci sono bisogni veri, che c’è un tessuto di associazioni e di organizzazioni che lavora su questo tema e far arrivare una sollecitazione da qui verso la Giunta e verso l’assessorato può essere utile per accelerare i tempi.
L’impegno è di arrivare all’approvazione della legge entro la fine della legislatura, ossia tra circa un anno e due mesi.
Trascrizione e Testo a cura di Nunzia Pandoli