Esperienza e qualità distintive del Centro Clinico di Napoli

dott. Nolfe

L’esperienza e le qualità distintive del Centro Clinico di riferimento di Napoli sono state illustrate dal dott. Giovanni Nolfe nella prima parte del suo intervento al convegno “Risposte al disagio lavorativo” del 16 marzo scorso a Firenze.

“Noi abbiamo un Centro Clinico che lavora dal 2001. C’è quindi in Campania una presenza da molti anni ed è un’esperienza molto ampia. E’ un punto di riferimento, oltre che per la regione Campania, per tutto il sud Italia: infatti il 10 % dei nostri pazienti vengono da fuori regione.

I punti di forza

 La presenza di un Centro Clinico è importante.
Voi avete sentito parlare delle varie forme che assume il disagio lavorativo che, in una visione olistica, comprende il mobbing, l’ingiustizia organizzativa, l’incertezza lavorativa, lo stress lavorativo, il burnout, ecc..
La proliferazione di nomi è eccezionale ma non sempre ha, secondo me, molta ragione d’essere.
Noi abbiamo introdotto il concetto di PSICOPATOLOGIA DEL LAVORO che cerca di tenere insieme un po’ tutti gli argomenti.
Qualche anno fa, con l’Istituto Italiano di Studi Filosofici che è un’importante istituzione europea, abbiamo prodotto un volume su questo tema.
Il volume cartaceo è oggi introvabile ma si scarica gratuitamente dal sito dell’istituto a questo link.

Le persone in disagio vogliono essere riconosciute

La prima condizione importante per le persone che soffrono di disagio lavorativo, di psicopatologie del lavoro è poter essere riconosciute, devono avere la possibilità di essere percepite come persone.
Quanto parliamo di lavoro parliamo di numeri, parliamo di percentuali, di coefficienti, e spesso ci dimentichiamo dell’individuo. 

La centralità dell’individuo nel percorso clinico è fondamentale perché occorre considerare che per le persone la cosa più importante è essere percepite.

I vantaggi offerti dal Centro di Napoli


1. FACILITA’ DI ACCESSO

I vantaggi che noi offriamo sono innanzitutto la facilità di accesso: cerchiamo di tenere i tempi di attesa entro i 30 giorni che, vi assicuro, è un vero e proprio salto morale per la nostra struttura che ha delle risorse modeste  
La facilità di accesso è anche relativa al primo accesso: basta una telefonata per prendere un appuntamento

Inoltre, abbiamo come filosofia quella di seguire le persone per un tempo piuttosto prolungato: seguiamo le persone per almeno 6-12 mesi.
A noi non interessa produrre un certificato, sic et simpliciter, che serve a poco.
Noi dobbiamo restituire alle persone un SENSO al loro disagio e un SENTIMENTO DELLA PROSPETTIVA.
Per fare questo ci vuole del tempo.

2. INTERVENTI INTEGRATI
L’ascolto, l’interpretazione e la restituzione sono cose che non possono esser fatte in uno o due incontri.

Non possono esser fatte con un questionario né con una check list e, men che meno, con un test psicodiagnostico.
Tutte cose utili ma che vanno integrate in un percorso.

Per questo noi associamo a questo primo momento dell’ascolto, l’intervento psicologico, psicoterapeutico, individuale e in qualche caso di gruppo, e la cura farmacologica.
Noi cerchiamo di CURARE.
Da noi arrivano, come dico sempre, i VASI ROTTI e noi cerchiamo di incollare i pezzi, di restituire un senso di salute psichica, innanzitutto, e qualche volta anche di salute fisica.

Salute psichica e salute fisica vanno quasi sempre insieme in questa tipologia di pazienti.E facciamo anche una valutazione medico legale. Siamo forse tra i pochi che danno anche il nesso di causalità.

Quindi questo lavoro di integrazione tra la parte diagnostica, la parte clinica e la parte medico-legale ci permette di dare una restituzione piena, di integrare i diversi livelli.
Chi viene da noi viene spesso con un sentimento di ingiustizia.
Quindi, oltre alla risposta psicologica, alla risposta clinica, alla risposta farmacologica, anche  poter dare la risposta del tipo “Penso che il tuo disagio sia legato al lavoro”, cioè il poter restituire il nesso di causalità (chi si occupa di medicina legale e i legali lo comprendono bene), ha una valenza anche di terapia.
In sintesi, questi sono i vantaggi che abbiamo.

3. RIGORE METODOLOGICO
Purtroppo abbiamo una casistica molto ampia.
Il che ci ha permesso che fare delle riflessioni in termini di ricerca scientifica di tipo sociologico, di tipo psicopatologico e, recentemente, anche di tipo neurobiologico.
Per cui, oggi, possiamo dire che i soggetti sottoposti a forme di vessazione lavorativa molto intensa, presentano delle modificazioni della struttura cerebrale (quindi parliamo dell’hardware cerebrale) che sono messe in evidenza da studi con la risonanza magnetica.

E questo è un contributo non a “terrorizzare” in merito alla questione, ma a dare un po’ di rilievo e centralità al problema, uscendo un po’ da un certo spirito romantico.
Il romanticismo è una cosa che a noi piace molto, ma noi cerchiamo di metterci anche del rigore metodologico.
Ecco queste sono un po’ le nostre qualità distintive.”

 

Testo a cura di Nunzia Pandoli

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