La legge su mobbing e benessere organizzativo della Provincia di Trento

intervento sulla legge provinciale Trento

La Legge su “Prevenzione e contrasto del mobbing e promozione del benessere organizzativo” della Provincia di Trento sarebbe rimasta inattiva se alcune persone non si fossero battute e impegnate per renderla operativa.

Una battaglia vinta per merito di alcune persone, persone comuni e Consiglieri provinciali.

Sono sempre le persone che stanno dietro alle cose che accadono, che fanno la differenza tra la presenza o l’assenza di interventi a favore dei diritti e dei servizi che consentono di esercitarli. 
Sicuramente Kathy Podestà è una di queste.

Abbiamo avuto il piacere di ospitarla al convegno “La dignità nel lavoro è fuori moda. Che fare?”
e di apprezzare il suo spirito battagliero e il suo entusiasmo.
Le siamo molto grati per l’incoraggiamento e per i suggerimenti.

Ecco il suo intervento:

“Grazie di cuore dell’invito dell’Associazione Gli Amici di Daniele e ad Alba Giovannetti che ho conosciuto tre anni fa. E’ da tre anni, infatti, che vengo al vostro convegno annuale.

Parlo da persona che è stata colpita direttamente nel mobbing. Mio marito è deceduto per mobbing. Io, a Trento, mi sono veramente battuta perché questo non succeda ad altre persone.
Come diceva il professor Nolfe, sono le persone che fanno la differenza, bisogna essere persone che hanno voglia di fare.
Io mi sono appoggiata ai consiglieri provinciali perché non sono una politica, e quindi mi sono appoggiata a coloro che vedevo che avevano voglia di fare.
Nel marzo 2013 è uscita la Legge provinciale   sul mobbing dopo una mia grande battaglia, e ho pianto quando è uscita, perché ho ricordato mio marito che se ne era andato l’anno prima.
Però, purtroppo, quando cambiano i Consigli provinciali le cose si fermano e così la legge si era un po’ arenata.

Al che ho visto che, come dice il dottor Nolfe, bisogna continuare a batterci.
Allora mi sono appoggiata a un altro Consigliere Provinciale, il dott. Giuliani, che vi saluta perché doveva essere anche lui qui con noi, ma impegni istituzionali lo hanno bloccato a Trento.

Gli ho chiesto: “scusa, ma abbiamo una legge: perché non continuiamo a farla andare avanti?”. Abbiamo parlato del coordinamento mobbing, e così lui ha fatto un’interpellanza, un’interrogazione in consiglio provinciale, e nel 2017 è partito il coordinamento mobbing.

Ora abbiamo degli uffici provinciali dove la gente può andare per informarsi e attivarsi.

Stiamo partendo anche con la legge provinciale in Alto Adige. Sono già stata chiamata a parlarne e ci auguriamo che, come nella regione Campania, esca la legge regionale del Trentino Alto Adige, ma ci auguriamo soprattutto che la Toscana abbia una legge.
La Toscana ha un pool molto valido ma sentiamo che anche qua c’è molta gente che subisce mobbing: non possiamo morire di mobbing, ve lo dico veramente col cuore.

Soprattutto dobbiamo avere molti più magistrati che non interpretino le leggi ma che le applichino.
L’art. 2 della Costituzione, la dignità, l’art. 32 della Costituzione, la salute.
Occorrono magistrati che comincino a capire che non possiamo essere il fanalino di coda dell’Europa. L’Italia è veramente il fanalino di coda dell’Europa per il problema del lavoro.

Quindi, veramente, mi auguro di cuore che si continui ad operare, che la gente comune continui a battersi.
Io sono una persona comune ma mi sono battuta per queste cose.
Goccia su goccia, puntiamo alla legge nazionale.
Dipende anche da quante regioni riusciranno a fare quello che ha fatto la regione Campania o ciò che riusciamo a fare noi in Trentino.

Per questo mi auguro che il prossimo anno, quando verrò per la quarta volta al convegno di Firenze, possiate annunciare che è uscita la legge toscana.  Credo che piangerò dalla gioia.

Quindi auguro veramente di cuore alla politica della Toscana che prenda atto che c’è sempre più gente che ha necessità di una legge che l’aiuti, soprattutto le donne.

Io come donna mi sto battendo (sono anche presidente di un’associazione femminile) perché questo non accada.
Soprattutto le donne dopo la maternità vengono lasciate a casa.
Parliamo di natalità 0 e poi facciamo mobbing alla donna che ritorna al lavoro?
Non ci siamo.

Quindi, mi raccomando…. Vi auguro una buona giornata.
Grazie ancora di cuore dell’invito e buon lavoro a tutti.”

Testo a cura di Nunzia Pandoli

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