Dignità nel lavoro: utopia o ideale realizzabile ?

La dignità Adriano Olivetti

Inauguriamo il nostro blog con questo primo articolo sul Convegno “La dignità nel lavoro è fuori moda. Che fare?” che abbiamo tenuto sabato scorso nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio.
E’ stata un’esperienza intensa, ricca di contenuti ma anche di emozioni, preziosa e produttiva, commovente e fattiva al tempo stesso.

Produttiva e fattiva, perché ha creato i presupposti concreti per la stesura di una proposta di legge regionale sul disagio lavorativo.
La mancanza di una legge regionale sul disagio lavorativo rende la Toscana arretrata rispetto ad altre regioni italiane.

Ora, finalmente, sembra aver imboccato la strada giusta per arrivare fino in fondo, attraverso l’impegno del Consigliere regionale Tommaso Fattori.
Siamo molto soddisfatti di questo esito perché era tra gli obiettivi principali del convegno di quest’anno.
Ma, come detto più volte dai relatori nel corso della mattinata, la legge regionale è solo uno strumento per aiutare le persone che vedono lesa la propria dignità sul lavoro: da sola non basta e occorre fare un lavoro culturale sul territorio, occorre un cambiamento culturale che arrivi a cambiare atteggiamenti e comportamenti nelle organizzazioni.

Nei prossimi articoli daremo conto dello svolgimento e di tutti i risultati del convegno.

Oggi iniziamo con l’intervento di Mariangela Rumine, coordinatrice del Centro Lavoro Sereno, che ha posto le basi per la discussione a partire dal concetto di “Dignità e Dignità nel lavoro”

“Anche quest’anno parliamo di dignità, dignità nel lavoro. E’ la nostra materia, la nostra parola chiave.
E’ un ideale a cui ci riferiamo e a cui ci vogliamo ispirare perché ha prodotto due documenti fondamentali per noi e per tutti: la Costituzione della Repubblica Italiana e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Quest’anno compiono tutte e due 70 anni.
La Costituzione è entrata in vigore il 1° gennaio del 1948, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani il 10 dicembre del 1948.
Hanno 70 anni. 70 anni che, per documenti di questo tipo, sono pochi, sono “gioventù”.
Sono giovani ed estremamente attuali. Sono giovani anche perché non ancora realizzate.

Noi ve le proponiamo perché sono un riferimento per la nostra associazione e lo sono per la giornata di oggi.
La prima immagine che vi proponiamo è una cosa a cui siamo molto affezionati.
E’ una frase che Adriano Olivetti ha pronunciato parlando ai lavoratori di Pozzuoli, nel 1995:

“La fabbrica fu quindi concepita alla misura dell’uomo perché questi trovasse nel suo ordinato posto di lavoro uno strumento di riscatto e non un congegno di sofferenza.”

Sembra utopia. E’ utopia.
Però Olivetti, nell’avventura della sua vita, cercò di far coincidere questa utopia con la sua realtà.
E noi vogliamo andare avanti su questa strada.
Ora, siccome ci sono relatori che ci devono dire tanto e da cui dobbiamo tanto prendere, vado veloce e do subito la parola al primo relatore che è uno psicologo del Centro Lavoro Sereno, Lorenzo Lucidi, che ci parlerà del percorso del Centro Lavoro Sereno, partendo dal presente e guardando verso il futuro.”


Testo a cura di Nunzia Pandoli

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